8 marzo 2013

Le guardavamo camminare per strada, ciascuna per sé, silenziose, con un rametto di mimosa in mano, come un microfono spento.
Tante stelle fulgide, enigmatiche figure che svanivano dietro l’angolo. Anche quell’8 marzo del 2013 se ne stava andando e calava il suo sipario su uno spettacolo che ci sembrava mancato, che ci lasciava un dispiacere, una nostalgia, la voglia di fermare la clessidra che si portava via le ore di quel giorno di festa colorato di fiori, di mistero e di tanto silenzio.
Con il tempo la nostalgia si è trasformata in desiderio:
girare la clessidra, girare l’8, vedere l’infinito in un giorno, accendere il microfono, la luce, dare voce, dare volto. Oltre ogni 8 marzo, per ogni donna.

8 marzo 2014

Nel giro di un anno, il desiderio è diventato progetto. L’idea, l’ambizione è stata quella di accendere quei microfoni gialli, di far splendere per un attimo più lungo la fulgida stella di ogni donna incontrata per strada in un sabato di sole marzolino. Abbiamo fermato le prime donne, e poi altre e poi ancora e dopo una giornata avevamo collezionato i primi 50 ritratti: avevano tutte le età e le avevamo incontrate per le vie, le piazze dei mercati e i luoghi di lavori affacciati sui vicoli del centro di Torino e proposto loro di fare una foto e di rispondere a un paio di domande.

Dare voce alle loro individualità, alla visione di sé e dell’essere donna, ai sogni e alle fatiche della loro vita e della quotidianità era il nostro desiderio.

Dalla nostra passeggiata e dagli incontri entusiasti e generosi con tutte queste donne è emerso un quadro complesso e ricco, il ritratto molteplice di un mondo femminile in bilico tra le conquiste culturali e di consapevolezza raggiunte da certe nostre nonne e madri e quelle che oggi, noi donne, lavoratrici, artiste e mamme possiamo e dobbiamo ancora creare dentro e intorno a noi.

8 marzo 2015.

È di nuovo marzo e i mercati si colorano di piccoli pois gialli e vaporosi a illuminare i volti e le storie delle donne che camminano per le vie del centro della nostra città, Torino. Le andiamo a cercare tra Palazzo Reale e il Castello, davanti al Teatro Carignano, in via Roma, in piazza San Carlo. Ci vengono incontro e si fermano, ci regalano cinque minuti del loro tempo, per una foto e due domande: hanno un’espressione sorridente o seria, profonda o spensierata, pronte a scambiare con noi l’esperienza complessa e splendida dell’essere donna, ragazza o anziana, felice o triste in questo momento, adesso, qui.
Ci raccontano delle nascite, degli amori, della morte, ci raccontano di quella volta in cui hanno fatto una pazzia, di quando ce l’hanno fatta, di quando hanno avuto paura, ci parlano della libertà, della gioia, delle lotte, delle città in cui sognano di vivere, in cui si sono trasferite, in cui amano andarsi a cercare un posticino per sé.
Sorridono, sospirano, ridono, pensano, ricordano, immaginano, credono. Sono figlie, madri, sorelle, amiche, compagne, lavoratrici, artiste, viaggiatrici.
Hanno vissuto la solidarietà con altre donne, l’importanza della solitudine, il piacere di una vittoria, la bellezza di un amore, l’incanto di mille doni.
Sono bellissime. Ciascuna in modo differente. E consapevoli. O alla continua ricerca di un perché, di un dove, di un quando. Alla ricerca di sé.
Sono così lucenti che, alla fine della giornata, con un rametto di fiori in mano, ti chiedi se siano le mimose a illuminare le donne o le donne a rendere così splendidi questi fiori gialli con il continuo, costante e fantasioso slancio di inventarsi, in un dialogo costante tra loro, con gli uomini, con il passato e con il futuro, ma mai come ora presenti, davvero presenti a se stesse. Eccole qui (LINK?)

8 marzo 2016

Fa sempre freddo. Quando scendiamo per le strade, ogni anno, a marzo, l’aria gela le dita e le orecchie, il foulard rosso è troppo leggero, nonostante il sole splenda.
Ma poi accade il primo incontro, la prima donna che accoglie con curiosità e interesse la proposta di partecipare alla raccolta di voci femminili per questo progetto e il cuore si scalda, le mani si stringono, i sorrisi creano complicità e le parole sono finestre su mondi interiori sui sogni, sui traguardi raggiunti, sulle paure superate.
Quest’anno il nostro giro per le strade di Torino ha raccolto molte giovani voci, davanti alla Facoltà di Lettere dell’Università della città, nel cortile e nei corridoi della Scuola Holden, la scuola di storytelling e performing arts, poi nelle vie del centro, in alcuni negozi e atelier.
E la sensazione, nel rileggere le oltre cinquanta interviste raccolte quest’anno, è questa: le donne apprendono. Le donne imparano. Sbagliando, sognando, vivendo. A qualunque età, in molti modi, il tesoro di conoscenza e di esperienza di ogni giorno è ricchissimo e diventa desiderio, futuro, consapevolezza, crescita profonda. Scelgono che cosa studiare, scelgono in che cosa impegnarsi, scelgono quali saperi e quali abilità sviluppare, quali arti e dove farlo, in quale città, Roma, Napoli, Rotterdam, Torino. Poi, dolcemente, creativamente, fortemente, reinventano questa esperienza in creatività, scrittura, arte, famiglia, viaggi, legami, lavori. E, spesso, in tutti questi ambiti allo stesso tempo.
Una bellezza, insomma, che illumina i loro volti, che dà spessore allo sguardo e, a chi legge e osserva, regala ispirazioni, riflessioni e tantissima energia positiva.

8 marzo 2017

Ogni anno, e questo 2017 non fa eccezione, poniamo due domande alle donne che incontriamo per strada. La prima è uguale per tutte: quale parola associ al tuo “essere donna”? La seconda, invece, varia: c’è stato un viaggio che ti ha cambiata profondamente? Per che cosa hai lottato? Ci racconti un ricordo triste e uno felice di quando eri bambina? E così via. Ecco, quest’anno una delle nostre domande preferite è stata: ti sei mai ribellata nella vita? E in effetti, nelle donne, questa traccia ha suscitato risposte veementi, orgogliose, con l’ombra di fatica nello sguardo, ma anche scintille di furore negli occhi. In confronto le mimose erano pallidi soli. Andate a scoprire le risposte, molte di loro hanno a che vedere con il tipo di “femmina” che le madri, i padri, i compagni o i datori di lavoro vorrebbero accanto.
Ma ora sentite questa: una volta un bambino simpatico e intelligente ci chiese: “ehi, ribellarsi vuol dire diventare più belli?”. Noi gli abbiamo risposto di sì, e anche le donne in piazza erano magnifiche, quando parlavano delle loro ribellioni. Speriamo che questo bambino conservi la sua idea, diventando un uomo.
A proposito di uomini, la piccola germogliante novità del progetto di quest’anno, il quarto meraviglioso anno, è l’apertura del microfono giallo (la mimosa che ciascuno tiene vicino nelle nostre foto) agli uomini. Volevamo sentire la loro voce, alla luce delle stesse domande rivolte alle donne: di chi hai nostalgia, che cos’è per te essere uomo, che cosa ci tieni a insegnare ai tuoi figli? Li trovate, qui e là, nel mosaico di voci.
Infine, accanto alla “ribellezza”, l’altra parola che ci sta a cuore quest’anno è movimento. Movimento è spostare qualcosa da un luogo all’altro. Spostare qualcosa o se stessi. E allora ecco Jola che ha lottato per venire a studiare in Italia dall’Albania, ecco Donatella che ha lottato per far uscire la malattia dal suo corpo (e suo marito da casa), ecco la piccola Morena che vorrebbe andare da casa a scuola con il cavallo. Non abbiamo voluto che si mettessero troppo in posa, non volevamo fermarle, le abbiamo colte e lasciate in movimento, a fuoco, ma in movimento, in tutti i sensi: molte di loro stavano per partire per la corsa e la camminata “Just the woman I am” a favore della ricerca e contro la violenza e in movimento perché sono un movimento, tutte insieme e con gli uomini, un movimento di persone, una società in viaggio, oltre le frontiere mentali e fisiche, spaziali e culturali che ancora impediscono alle donne e agli uomini di vivere la propria libertà, bellezza, ribellezza indipendenti e tutti insieme.
Buona visione.

8 marzo 2018

Infinito8marzo con Just the woman I am 2018

Nel 2017 ci siamo incontrate per le vie del centro: noi eravamo in due, con la nostro macchina foto e il nostro taccuino, per il nostro appuntamento annuale di foto e interviste alle donne, con le quali giriamo la clessidra dell’8 marzo per renderlo infinito.

Loro, erano 15.800.

Erano le donne, gli uomini, i bambini e le bambine che camminavano e correvano per questa iniziativa bellissima e nostra coetanea (anche lei è nata nel 2014, come noi!): Just the woman I am.

Ci siamo subito trovate in sintonia con l’anima dell’evento. Per strada, come noi. In movimento, come noi. Per le donne, come noi. Migliaia di persone che insieme camminano per dare voce a valori, sogni e progetti: sulla ricerca universitaria anti-tumore, contro la violenza di genere e per la parità di genere, per la prevenzione e la salute attraverso lo sport e una sana alimentazione. Per stare bene. Per stare insieme. Nella differenza. Con la musica e con parole autentiche.

Colorate. Vive. Molteplici.

Da questo incontro felice è nata l’edizione speciale di infinit∞marzo 2018 per Just the woman I am che ci ha viste impegnate con una serie di iniziative coordinate ed è stata un’esperienza bellissima.

 

Fino a pochi giorni prima del 5 marzo la neve e il gelo hanno reso le strade e le piazze di Torino un luogo inospitale e ostile. Ma la motivazione delle 12mila persone che hanno partecipato all’evento è apparsa fin dal momento delle iscrizioni vivace e profonda. Noi siamo andate a conoscere le donne e gli uomini che andavano a ritirare il pettorale e la maglietta e anche quest’anno, come facciamo da 5 anni a questa parte, abbiamo chiesto loro di raccontarci delle sfide per le quali combattono ogni giorno, di ciò a cui si sono ribellate, di come hanno reagito a eventuali violenze, di quali siano le loro relazioni infelici e felici, di come si siano ripresi da un dolore, di che cosa nutra la loro vita, di che cosa le renda contente e le faccia sentire collegate agli altri. Sì, quest’anno in particolare, abbiamo rivolto molte domande sul coraggio, sulla lotta, sulle fatiche della vita e su come le persone le affrontano. E, mentre le parole e gli sguardi delle persone esprimevano calore, luminosità e carica, il freddo freddissimo e il cielo amorfo sulla città sembravano meno potenti e, con loro anche tutto ciò che contrasta e si frappone tra le persone e la realizzazione dei progetti di vita. Ciò per cui ciascuno di noi, ciascuna di noi ogni giorno deve radunare le forze e, creativamente, andare nel mondo.

 

Poi, in piazza, domenica, il rosa delle magliette e le tonalità di colori più disparate hanno moltiplicato l’effetto e il senso complessivo che ci ha dato questa edizione speciale di Infinito8marzo per Just the woman I am: le donne, e gli uomini al loro fianco (sempre più sensibili al tema del correre insieme, camminare insieme, perché occuparsi dei diritti delle donne significa occuparsi del benessere di tutti), combattono: contro le malattie, contro i soprusi, contro le violenze, contro la mancanza di poesia, contro l’immobilità, contro l’ignoranza. E lo fanno in mille modi: con la solidarietà, con viaggi indimenticabili, studiando, ribellandosi, realizzando i sogni, occupandosi degli altri, esprimendosi attraverso l’arte, ricordando, piangendo, ridendo come matte. E lo raccontano nelle brevi interviste e nel modo in cui guardano nell’obiettivo. Le fotografie di quest’anno ci colpiscono molto: forse perché quando l’anima della tua vita è la lotta per un sogno, o per molti sogni, può accadere di tutto, si possono attraversare mille dolori, ma la luce che si sprigiona dagli occhi diventa più intensa ed entra in circolo, nelle vie e nelle relazioni tra le persone di questa città.

 

Accanto ai ritratti-interviste delle donne, per Just the woman I am, abbiamo realizzato:

una gallery di fotointerviste a diverse persone impegnate in progetti tematici legati alla corsa e alla camminata:

Laura Onofri, avvocato attivista donne e pari opportunità

Loredana Segreto, dirigente università Torino Donna 2018

Tatiana Zarik, curatrice concept multimediale di

Carlotta – Running Charlotte

Linda Messerklinger, attrice

Francesca Martinengo giornalista e fondatrice di #tuttegiuperterra

 

una cartolina di Pensieri in movimento che i partecipanti e le partecipanti hanno personalizzato al nostro stand in piazza, disegnando e scrivendo perché hanno scelto di non mancare, di essere qui e con quale spirito. #sceglidinonmancare #infinito8marzo, #ognidonnavale. Le trovate sulla nostra pagina fb: infinito8marzo.